mercoledì 23 maggio 2012

Sai cos'è la Verdi15?



Dopo essere stati tra i protagonisti della contestazione alla Fornero del 21 aprile, dopo aver fischiato un sindaco che si presenta al corteo del primo maggio circondato da un manipolo di nervosi celerini, gli studenti e i borsisti della Verd15 Occupata apprendono dai giornali di essere una “succursale dell’Askatasuna”, “autonomi antagonisti” ed “estremisti dei centri sociali”.
La Verdi15 non intende accettare strumentalizzazioni e rifiuta fermamente l’identificazione con qualunque gruppo politico militante. La Verdi15 non è un centro sociale, ma una residenza universitaria autogestita, una comunità in lotta formata da più di sessanta studenti provenienti da tre diversi continenti. La maggior parte di noi ha scelto l’Italia, e in particolare Torino, allettata dall’eccellenza dei suoi poli universitari e dalla promessa di dodicimila borse di studio, improvvisamente tradita.
Ognuno di noi porta con sé la propria lingua, la propria cultura, una sua personale coscienza politica, la propria esperienza di vita. Qualcosa di irriducibile in un’etichetta ad uso e consumo dei politici che non tollerano il dissenso e dei giornalisti al loro servizio. Ciò che ci accomuna è la determinazione nel lottare contro chi, nella Torino che Fassino aveva promesso di trasformare in “città dei giovani”, sta smantellando il diritto allo studio lasciando senza un tetto e senza borsa di studio migliaia di studenti meritevoli, contro chi vuole ritornare ad un università classista, contro chi, complice delle banche, vuole farci indebitare con i prestiti d’onore.
Per questo la Verdi15 sarà sempre in prima linea contro tutti i burocrati, i “tecnici” e i politicanti che stanno sacrificando il nostro futuro sull’altare della loro crisi. Ma la nostra lotta non si esaurisce nelle piazze dove i burattini del capitalismo finanziario cercano invano di giustificare la miseria della loro azione. Continua nella nostra quotidianità,  nella condivisione di un percorso che ci ha visto prendere ciò che ci spettava e che ci era stato negato,  passa per la scoperta che il “diritto allo studio” può essere costruito autonomamente, dal basso. Nemmeno il più “Democratico” dei partiti, con il suo corredo di manganelli, potrà cancellare questa esperienza.

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